Dell’arte iperrealista americana si è detto molto. Le sculture di Duane Hanson testimoniano quanto sia “traumatico” l’incontro con il reale (Hal Foster, The Return of the Real, 1996). L’arte di Hanson, che pretende di riprodurre ciò che è senza interpretarlo, rende semmai palese l’impossibilità del reale. Perché la realtà del mondo non è nella sua immagine. E riprodurre tale immagine, accettando il mondo per come esso ci appare, è dunque l’opposto della conoscenza (Susan Sontag, On Photography, 1977).
All’arte iperrealista come emulazione del corpo fanno da contrappunto i Körperwelten (“mondi del corpo”) dell’anatomista Gunter von Hagens: veri corpi umani, sottoposti al trattamento della plastinazione per essere preservati ed esposti, secondo una tradizione che ha le sue origini nel Rinascimento. Da un lato una finzione troppo realistica per essere reale, dall’altro il corpo umano che si fa rappresentazione e spettacolo.
In mostra a Zurigo fino al 2 febbraio 2010 (Korperwelten & Der Zyklus des Lebens).