Il tabloid talk show è sempre spazzatura? La quinta lezione del corso su Giornalismo e ipertelevisione, dedicata alla storia dell’infotainment negli Stati Uniti (i materiali qui sotto), mi offre lo spunto per riflettere sulla questione proponendo un punto di vista che forse farà storcere il naso ai puristi delle hard news e del giornalismo “serio”.
Mi è capitato di analizzare con un certo interesse la lunga intervista televisiva (46 minuti) rilasciata dal presidente siriano Bashar al-Assad a Barbara Walters per ABC News il 7 dicembre scorso. Si tratta della prima intervista concessa da Assad a una TV occidentale, dopo l’inizio delle sollevazioni.
Il background di questo evento, divulgato dalla stessa ABC, è particolarmente significativo. Dopo una serie di contatti, di appuntamenti e di rinvii dell’ultimo minuto, il dittatore di Damasco ha infine deciso di incontrare la televisione americana ponendo un’unica condizione irrinunciabile: che a intervistarlo fosse la nota anchor Barbara Walters. Perché questa scelta? Da oltre 30 anni la Walters incarna il concetto di infotainment, generalmente associato all’idea di degradazione della qualità giornalistica, di scadimento dell’intimismo, nel gossip e nella chiacchiera. L’infotainment, ovvero il giornalismo che tende a intrattenere più che a informare. Assad punta su Barbara Walters proprio per questo. Non vuole una reporter aggressiva, alla Christiane Amanpour. Punta sullo stile familiare e salottiero che ha visto usare tante volte nei confronti delle star del cinema o della musica e per il quale, non a caso, la Walters è stata spesso criticata (celeberrima la sua intervista a Monica Lewinsky, nel 1999, seguita da almeno 40 milioni di americani).
Ebbene, quella che il New York Times definì qualche anno fa la femmina alfa della televisione, ha giocato al presidente siriano un brutto scherzo, dimostrando che le vie del giornalismo efficace sono infinite e talvolta passano anche attraverso lo stile pacato di una vecchia signora. Barbara Walters, con quella faccia da nonna di Barbie e l’aria di chi ha accettato di incontrare Assad giusto per bere insieme a lui una tazza di tè, ha saputo mettere in difficoltà il proprio interlocutore. Gli ha rivolto le domande giuste, al momento giusto. Di seguito, la riproduzione completa dell’intervista.
P.S. A parte la scelta dell’intervistatrice, lo staff di Assad aveva posto a ABC News due ulteriori richieste: che l’intervista fosse girata con telecamere messe a disposizione dall’ufficio stampa del presidente (accolta) e che fosse possibile visionare il materiale girato prima della sua messa in onda (rifiutata).