Facebook Timeline

Tempo reale, tempo online

Chi ha ipotizzato una divaricazione progressiva fra mondo “reale” ed esperienza virtuale deve ricredersi. Il virtuale – semmai – sta colonizzando il reale, si sta sovrapponendo a esso. Scrive Geert Lovink: “I cyberprofeti avevano torto: non esistono prove che il mondo stia diventando più virtuale. È anzi il virtuale che va facendosi sempre più reale; vuole penetrare e creare la mappatura della nostra vita e delle nostre relazioni sociali.” (Ossessioni collettive. Critica dei social media, UBE, Milano, 2012).

Nella lezione di oggi, con cui si è avviato a conclusione il corso Le battaglie per il futuro di Internet, abbiamo analizzato la deriva che porta l’esperienza online a invadere il tempo delle nostre vite. Qui sotto, come sempre, i materiali presentati questa mattina:

Il virtuale non interrompe il flusso degli accadimenti quotidiani, traportandoci in un altrove onirico. Il virtuale non è un’alternativa. Esso si dà come forma di rispecchiamento della realtà: è il luogo in cui gli accadimenti si illuminano, attraverso l’atto pubblico di notifica e la condivisione. Le timeline dei nostri account su Facebook si sovrappone gioiosamente al tempo delle nostre vite. Chiamo in causa Facebook perché è lì che il fenomeno si manifesta in modo più evidente. Rivedere, a due anni di distanza, i promo con cui la Timeline fu lanciata aiuta a capire il senso di questa colonizzazione. Aiuta a capire che non si trattava – come invece fu annunciato – di un nuovo tipo di profilo, ma appunto di un flusso. Era il flusso virtuale sovrapposto a quello reale:

Facebook si aspetta da noi che alimentiamo diligentemente tale flusso, perché ciò è funzionale al suo modello di business. “La Macchina – osserva sempre Lovink – vuole sapere in continuazione cosa sta succedendo, quali scelte operiamo, dove stiamo andando, con chi ci fermiamo a parlare”. Ma quali sono le motivazioni individuali che ci spingono a corrispondere a questa aspettativa? Perché dovremmo concedere la nostra disponibilità continua? Che cosa ci guadagniamo? Nelle ultime due lezioni del corso torneremo sulle possibili risposte a queste domande. Per ora limitiamoci a evidenziare altri due sintomi di questa invasione del virtuale nel reale. Il primo è rappresentato dalla affermazione del mobile Internet e del conseguente paradigma dell’always on. L’accesso alla Rete in mobilità – tramite smartphone e tablet – comporta una invasione crescente degli interstizi della vita reale. Il secondo sintomo è costituito dalla diffusione crescente di tecnologie e servizi di connessione indossabili: orologi, occhiali ecc. In questo caso è ancora più evidente la sovrapposizione del virtuale al reale o, per meglio dire, la colonizzazione del reale da parte del virtuale. Chiarissimo, in questo senso, il video con cui Google illustra il concept di Google Glass:

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