Un tritacarne per Current

Pubblico qui i materiali relativi alla quattordicesima lezione del corso su Giornalismo e ipertelevisione (la penultima!). Oggi ci siamo occupati di videogiornalismo grassroot e in particolare dell’esperienza di Current, negli Stati Uniti e in Italia. Che fine ha fatto il sogno di Current TV? Com’è noto, da un paio d’anni la televisione fondata da Al Gore versa in una situazione difficile. Dopo avere tentato invano di vendere la società (si è parlato, per un certo tempo, di un interessamento da parte di Google), l’ex vicepresidente degli Stati Uniti ha rotto il sodalizio con il cofondatore, Joel Hyatt. Il nuovo CEO, Mark Rosenthal, sta trasformando Current in qualcosa di molto simile a MTV. Non più una programmazione di tipo shuffle, basata su una miriade di POD di pochi minuti, ma la logica tradizionale del palinsesto, con appuntamenti settimanali o quotidiani e con formati più lunghi (30 minuti e oltre). La retorica degli user generated content deve fare i conti con l’esigenza di un modello economico sostenibile.

L’evoluzione di Current Italia rispecchia quella della sorella maggiore d’oltreoceano. Meno UGC e più stelle televisive. Va letto in questa prospettiva il prossimo arrivo di Giuseppe Cruciani, che dal 15 aprile condurrà la trasmissione Il Tritacarne. Cruciani promette di liberare i suoi istinti più velenosi, confermandosi in uno stile che ha fin qui pagato. Current – che nel febbraio 2011 ha prodotto oltre 365 mila contatti medi e un ascolto medio di 3.413 individui (fonte: Auditel) – ha bisogno di personaggi di carattere, politicamente scorretti e difficili da inquadrare. Come Cruciani, appunto.

Giuseppe Cruciani Il Tritacarne

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