YouTube, non c’è diffamazione

Questa mattina molti commentano la sentenza del Tribunale di Milano, che ieri ha condannato tre dirigenti di Google a sei mesi di reclusione per violazione delle norme sulla privacy (la vicenda, ben nota, riguarda la pubblicazione su YouTube di un video in cui alcuni ragazzi insultano, deridono e umiliano un compagno down). Pochi, invece, si soffermano sul fatto che la medesima sentenza ha assolto i tre dirigenti per non aver commesso un altro reato previsto dal nostro ordinamento: quello di diffamazione (art. 595 del Codice Penale). Si tratta in realtà di un particolare di estrema importanza. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, sembra di capire che i dirigenti di YouTube siano stati condannati non per avere pubblicato il video in questione, ma per averne tratto profitto senza il consenso della parte lesa (il ragazzo down, appunto). Ne conseguirebbe che la sentenza non sancisce – come invece alcuni ritengono – l’obbligo alla censura preventiva da parte dei service provider come YouTube. Torneremo sull’argomento.

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