Negli ultimi sei mesi, fra il novembre 2010 e il maggio 2011, la quota di americani adulti che possiedono un lettore di e-book è raddoppiata, passando dal 6 al 12%. È quanto emerge dalla ricerca condotta dal Princeton Survey Research Associates e pubblicata dal Pew Research Center (il documento è disponibile qui).
Da notare che negli Stati Uniti gli e-reader sono più diffusi dei tablet. Questi ultimi, sempre secondo la ricerca citata, hanno una penetrazione pari all’8%. Inoltre tale penetrazione cresce meno rapidamente rispetto a quella dei dispositivi specifici per la lettura degli ebook, come evidenzia il grafico qui sotto.
Sono percentuali comunque molto basse, rispetto a quelle dei personal computer (oltre metà della popolazione adulta ne possiede uno) e dei telefoni cellulari (83%). Esiste infine una quota di americani, pari al 3%, che possiede sia un e-reader sia un tablet.
Senza voler fare il passatista, mi chiedo come (e se) si riuscirà a sostituire l’esperienza di “serendipty” che si può provare camminando fra gli scaffali di una libreria o di una biblioteca a scaffale aperto.
Se non ci si mette nelle condizioni di incrociare ciò che -non- si stava cercando, si rischia di rinforzare con le “solite” letture le proprie convizioni/interessi senza possibilità di dialettica con altre convizioni/interessi.
Non potrei essere più d’accordo. Sul rischio di un mondo in cui profilazione e personalizzazione dell’esperienza bandiscono l’incontro con l’inaspettato e il diverso da noi segnalo un libro recente: The filter bubble, di Eli Periser. Prometto di tornare sull’argomento, perché è troppo importante.