Tutti pazzi per l’e-book

Il fenomeno dell’e-book sta esplodendo, anche se in Italia il mercato ha ancora dimensioni microscopiche (intorno allo 0,1% del mercato librario tradizionale, contro il 10% degli Stati Uniti e il 4% della media europea).

Intanto va detto che, come nella distribuzione del libro tradizionale, operano tre soggetti diversi: gli editori, i grossisti e i dettaglianti (le librerie). E, come là, anche qui ci sono sovrapposizioni di ruoli: distributori che fanno anche i dettaglianti ed editori che franno anche i distributori (all’ingrosso o al dettaglio).

Gli editori di libri elettronici corrispondono agli editori tradizionali. Gli e-books sono pubblicati dalle varie Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli, Bompiani ecc. Ovvio che, in teoria, la smaterializzazione rende possibile il fenomeno del self-publishing: ciascuno diventa editore di se stesso. Poi però bisogna vendere. E per vendere ci vuole un brand: tipo Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli e Bompiani, appunto.

I distributori all’ingrosso di e-books in Italia sono quattro. Due di essi fanno riferimento a grandi gruppi editoriali: Mondadori da un lato e Edigita (RCS, Feltrinelli, GEMS e Il Mulino) dall’altro. Gli altri due grossisti sono indipendenti: Bookrepublic e Simplicissimus Book Farm.

I retailers italiani (quelli significativi, intendo) sono sei: Bookrepublic (quello di cui sopra), Simplicissimus Book Farm (idem), Bol.it (di proprietà di Mondadori), IBS (di Giunti e Messaggerie), laFeltrinelli.it e Biblet Store (di Telecom Italia). La libreria digitale più rifornita è quella di Bol.it, che ha in “scaffale” 90.000 titoli, di cui 5.000 in lingua italiana. IBS ne ha meno di 3.000, mentre Biblet Store conta 1.200 titoli (tutti in lingua italiana, tutti editi da Mondadori).

I sistemi di pagamento sono i soliti: carte di credito, PayPal e simili. Solo Biblet Store propone una modalità di pagamento innovativa: l’addebito sul conto telefonico (ma bisogna essere clienti Telecom Italia). Da Natale, poi, dovrebbe essere disponibile la formula dell’abbonamento “verticale”: paghi una quota mensile e scarichi tutti i titoli che vuoi nell’ambito del canale scelto (ragazzi, narrativa di genere, alta letteratura).

Tutti i dettaglianti italiani vendono e-books nei due formati più diffusi: PDF e ePub. Quasi tutti proteggono le opere con DRM Adobe, anche se alcuni titoli sono free o equipaggiati con watermark.

Infine ci sono i grandi retailers globali, che propongono opere in lingua inglese: oggi Amazon (900.000 titoli) e iTunes (oltre 100.000 titoli), domani anche Google (che si è già garantita i diritti di 400.000 opere). Come è noto, la caratteristica fondamentale di questi tre player è la tendenza a creare ecosisitemi chiusi o semichiusi, che integrano tutti gli aspetti dell’esperienza dell’utente: non solo il negozio online, ma anche il dispositivo di lettura e il software proprietario. Così né su iPad di Apple né su Kindle di Amazon si può leggere un ebook con DRM Adobe.

D’altra parte è lecito domandarsi se la protezione tramite DRM abbia un senso. Molti osservatori sostengono che il DRM produca un effetto negativo sia sulle vendite sia sulla tutela dei diritti d’autore. E comunque si tratta di sistemi di protezione facilmente aggirabili. Cercate su Google “remove kindle DRM” per rendervene conto.

3 thoughts on “Tutti pazzi per l’e-book

  1. Sì, il caso è noto. E conferma a mio avviso che il brand è importante. Andrew Wylie non è un agente qualunque, è una star. Il suo nome garantisce per gli autori rappresentati e permette di trattare con un retailer come Amazon con un certo potere contrattuale. D’altra parte certi autori potrebbero a propria volta fare a meno di qualunque intermediazione e trattare direttamente con i distributori.

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