Scenari dell’e-book

Per comprendere in che modo potrebbe evolvere lo scenario del libro elettronico, dal punto di vista del mercato e da quello degli standard tecnologici, è opportuno considerare alcuni nodi critici.

Il primo di essi è certamente costituito dal destino del formato ePub. Il gruppo di lavoro che ha il compito di aggiornare l’attuale versione – la 2.0.1 – persegue una missione chiara: fare in modo che ePub diventi uno standard non solo nell’ambito dell’industria libraria a carattere commerciale, ma anche nei settori dell’editoria universitaria, dei periodici e della distribuzione di notizie in genere. Si tratta di un obiettivo ambizioso, in quanto implica la capacità – oggi non garantita da ePub – di gestire rich media (per esempio contributi video) e contenuti interattivi (per esempio questionari). Inoltre ePub dovrà lavorare in futuro a livello di singolo articolo e non a livello di pagina. In particolare sarà necessario garantire l’interoperabilità con lo standard PRISM, oggi largamente utilizzato dagli editori per lo scambio e l’archiviazione dei contenuti digitali. Altri requisiti riguardano la gestione avanzata dei metadati, la possibilità di alimentare più dispositivi con una sola istanza di pubblicazione, la piena integrazione con i browser e il rendering degli elementi di navigazione. Nel complesso il gruppo di lavoro EPUB 2.1 ha fissato tredici punti, che dovranno essere indirizzati entro il prossimo mese di maggio. Per approfondimenti si può vedere il documento pubblicato dal gruppo di lavoro sul sito dell’International Digital Publishing Forum (EPUB 2.1 Working Group Charter – DRAFT 0.8 4/6/10).

C’è chi è scettico sulla possibilità di successo dell’IDPF (si veda, per esempio, il commento apparso sul sito di Tomorrow’s Book: ePub creators: ePub sucks). Nonostante tutto, però, ePub resta l’unico formato aperto e strutturato disponibile. Certo, la progressiva convergenza fra lo stesso ePub (il quale è, in buona sostanza, XML) e l’HTML 5 potrebbe portarci a concludere che l’e-reader del futuro sarà il browser. Se ne è parlato alla Books in Browsers Conference di San Francisco (21 e 22 ottobre 2010), i cui atti sono disponibili qui: Books in Browsers (#BiB10) – Presentations & Follow-Up.

Un ulteriore nodo critico è rappresentato dalla possibile (probabile?) convergenza fra e-reader specializzati e tablet multifunzione. Convergenza che sarà tanto più rapida se i tablet multifunzione cominceranno a essere venduti a prezzi inferiori rispetto agli attuali e se la tecnologia dell’e-ink a colori non si svliupperà in modo appropriato.

Infine ci domandiamo se il futuro del libro elettronico sia legato all’affermazione di un nuovo standard per quanto riguarda la gestione dei diritti (DRM) alternativo a quello offerto da Adobe. Uno standard più sicuro e quindi compatibile con i livelli di qualità attesi da Apple e Amazon. Il sospetto di molti è che i sistemi di DRM frenino la diffusione dell’e-book, anziché favorirla. Perché, come la maggior parte dei servizi di Internet, l’e-book è un bene interconnesso, il cui valore cresce in misura proporzionale al numero di persone che ne dispongono. In questa prospettiva, favorire le attività sociali connesse al libro elettronico è essenziale per aumentarne il valore.

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