Questione di lunghezza

Ho appena acquistato su Kindle Store – e subito letto – il bel racconto Il deposito, di Alessandro Zaccuri. Edito da 40kbooks, Il deposito è venduto nel sito di Amazon UK per meno di tre sterline. Avrei potuto risparmiare qualche centesimo e spendere 2,90 euro per avere lo stesso prodotto in formato ePub, commercializzato nei negozi online di BOL e BookRepublic. Ma io trovo lo standard di Kindle più pregevole dell’ePub. Ed è dunque un peccato che Amazon.it non abbia a catalogo l’ultimo lavoro di Zaccuri (una malizia dell’editore, legato a BookRepublic?).

Dotata di un passo allucinatorio, che sollecita in alcuni momenti la claustrofobia del lettore costringendolo in angoli bui e senza uscita, l’invenzione narrativa di Zaccuri muove da un’inquietante ipotesi: se la biblioteca diventasse discarica? La biblioteca come luogo di stoccaggio per i libri di carta, divenuti non solo desueti ma addirittura pericolosi. Il deposito, appunto. Ed è un’ipotesi formulata con ironia, certo (quella stessa ironia che mai abbandonava il viaggio di Leopardi nella Londra ctonia de Il signor figlio), ma non senza amarezza. Verrebbe da dire: non senza nostalgia nei confronti del mondo dei libri che hanno peso e consistenza (i “volumi”), che hanno odore e spessore, e che in questo loro dato materico trovano la conferma di un valore insopprimibile, la capacità di trasmettere un contenuto culturale. Ma non c’è nostalgia nel racconto di Zaccuri. Non a caso Il deposito è disponibile solo in versione elettronica. Come dire: indietro non si torna.

So che Zaccuri ha scritto Il deposito tenendo conto delle prerogative del nuovo medium. Per meglio dire: lo ha scritto approfittandone. Sfruttando cioè l’opportunità, offerta dall’e-book, di esercitarsi in un genere letterario reso poco praticabile dalle logiche dell’industria editoriale cartacea: la novella (o novelette). Nel mondo della carta, se Zaccuri sottoponesse a qualunque editore un manoscritto (si fa per dire!) di 30-40 cartelle, se lo vedrebbe rifiutare. Troppo corto, gli si farebbe osservare. E non parlo di un perfetto sconosciuto. Giacché Zaccuri è autore di qualità, noto anche grazie al suo lavoro in televisione e non privo di titoli (con Il signor figlio è stato finalista Campiello nel 2007). Eppure anche Zaccuri si sentirebbe rispondere che per pubblicare servono almeno cento pagine. Dunque il formato  del racconto – che pure si richiama a una tradizione gloriosa – non soddisfa una delle esigenze imposte dall’industria editoriale, ovvero un rapporto appropriato fra costi di produzione (per unità di prodotto, si intende) e costi di distribuzione e marketing. Del resto, prima dell’avvento di iTunes, era chiaro a tutti perché le case discografiche preferissero vendere un album con 15-20 tracce, piuttosto che un singolo brano. Ma iTunes ci ha insegnato che tale preferenza non coincideva con l’aspettativa del consumatore. Un economista americano chioserebbe: it’s the playlist, stupid!

Mi chiedo se, nel campo della letteratura, l’avvento dell’e-book possa provocare un effetto analogo a quello di iTunes. Da un lato maggiore libertà per l’autore, non più sottoposto al vincolo della “lunghezza giusta” che ha fin qui condizionato il suo processo creativo (perché, anche nel caso di un racconto breve a piacere, il problema consiste nel produrne in numero sufficiente a comporre un volume vendibile, come ben sanno autori di successo come Stefano Benni o Erri De Luca). Dall’altro lato il rischio di compiacere un pubblico – anzi, diciamo meglio: un mercato – il quale sembra muoversi con fatica crescente all’interno di esperienze letterarie che richiedono tempo. Quanti hanno abbandonato la lettura di best seller recenti come La caduta dei giganti di Ken Follett (999 pagine), Le correzioni di Jonathan Franzen (604 pagine nell’edizione italiana tascabile) o Il cimitero di Praga di Umberto Eco (523 pagine)? Certo, le 9000 parole de Il deposito spaventano meno, a prescindere dalla densità del testo e dalla sua qualità letteraria.

Mi sembra dunque molto interessante l’operazione recente di Amazon, che ha presentato nelle settimane scorse la collana Kindle Singles: idee argomentate nella giusta lunghezza (“at their natural length”), come recita il pay-off di lancio dell’operazione. Si tratta di e-book che, in forma stampata, avrebbero una lunghezza compresa fra le 20 e le 50 pagine. Sul sito USA di Amazon i Kindle Singles sono in vendita a prezzi inferiori ai quattro dollari.

Il dibattito è aperto. Possiamo forse leggere nei Singles una risposta del marketing di Jeff Bezos alla presunta evoluzione delle prestazioni cognitive della specie homo sapiens, sempre meno capace di decodificare contenuti lunghi, articolati e complessi in quanto ingaggiata in un multitasking defatigante, e dunque bisognosa di “leggerezza” e “rapidità”? Italo Calvino, nelle sue Lezioni americane, aveva previsto che leggerezza e rapidità sarebbero stati due attributi nel nuovo millennio. E che le nostre abilità cognitive si stiano rimodellando per effetto dei new media è tesi, fra gli altri, di Nicholas Carr (rimando al mio post Che cosa fa Internet alla mente). Oppure la nuova collana di Amazon testimonia di una democratizzazione della cultura, consentita dai media digitali, i quali garantiscono alle masse l’accesso a contenuti un tempo riservati al ceto intellettuale? E soprattutto, parlando di letteratura, che impatto può avere tutto questo sui processi attraverso i quali si dipana la creatività dello scrittore, alla faticosa ricerca di forme espressive autentiche ma socialmente riconoscibili?

In attesa di una risposta, in questi giorni sto consacrando le ore serali alla (ri)lettura de La montagna magica, resa nella nuova traduzione italiana di Renata Colorni. E so che non rinuncerei a una sola delle oltre mille pagine del libro, né all’esperienza tattile e olfattiva garantita dalla carta dei Meridiani Mondadori. Sto sbagliando qualcosa?

7 thoughts on “Questione di lunghezza

  1. A proposito di e-book, meritano qualche commento i risultati di chiusura dell’anno fiscale di Amazon.com. Lo scorso anno i ricavi del più grande retailer virtuale di libri del mondo sono cresciuti del 40% rispetto al 2009, raggiungendo la ragguardevole cifra di 34,2 miliardi di dollari. Nello stesso periodo gli utili sono passati da da 1,13 a 1,41 miliardi di dollari (+28%). Colpisce il successo degli e-book, che nel corso del 2010 sono diventati il formato più popolare sul sito di Jeff Bezos: ogni 100 paperback venduti da Amazon.com, i Kindle book sono stati 115; ma nel caso degli hardcover il rapporto è risultato addirittura di 1 a 3 a favore del formato elettronico. Oggi la società di Seattle dichiara di avere a catalogo oltre 810 mila e-book, in gran parte con un prezzo di vendita inferiore ai 10 dollari (per gli amanti dei numeri, un dettagliatissimo comunicato stampa è disponibile qui: http://phx.corporate-ir.net/phoenix.zhtml?c=176060&p=irol-newsArticle&ID=1521090&highlight&ref=tsm_1_tw_kin_prearn_20110127)

  2. Ciao Paolo,
    sono Letizia Sechi, responsabile di produzione per 40k. Siamo molto contenti che il titolo di Zaccuri sia stato uno spunto per tante riflessioni, ci teniamo però a fare una precisazione: su Amazon.it non è ancora presente il Kindle Store, la sezione di Amazon da cui è possibile acquistare ebook. In altre parole, nella versione italiana del sito non esiste una sezione per i libri digitali, come puoi verificare tu stesso andando a guardare il menu dedicato ai libri. Ecco perché, su Amazon, puoi trovare i titoli di 40k su tutti i Kindle Store esistenti (US e UK), ma non su Amazon.it perché di fatto non esiste ancora un Kindle Store Italia.

    Per quanto riguarda i prezzi invece bisogna tener conto del cambio di valuta e delle spese aggiuntive applicate da Amazon quando l’acquisto viene fatto da una nazione diversa da quella dello store (US o UK, quindi).

    Per ogni altro dubbio o curiosità contattaci quando vuoi,
    grazie,
    Letizia

  3. La precisazione di Letizia Sechi è opportuna. In effetti l’assenza di un Kindle Store su Amazon.it rende impossibile la vendita degli e-book attraverso tale sito. Nessuna malizia di40k, dunque, ma solo necessità. Chiedo scusa se rispondo solo ora.

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