Bambino al computer

Il vero digital divide

Stimolante riflessione di Matt Richtel sul New York Times di due giorni fa a proposito dell’effetto (non del tutto sorprendente) che il superamento del digital divide sta avendo sulla società americana e in particolare sulle giovani generazioni. Nella misura in cui l’accesso ai nuovi media viene garantito a tutti gli americani, e in particolare alle fasce di popolazione a basso reddito, i bambini appartenenti alle famiglie più povere spendono un tempo decisamente maggiore davanti a televisione, social network e videogiochi rispetto ai loro coetanei più abbienti. Questo gap, ipotizza Richtel, riflette la capacità dei genitori di monitorare e limitare l’uso delle nuove tecnologie da parte dei figli ed eventualmente limitarlo.

Il problema è così evidente che la Federal Communications Commission potrebbe stanziare qualcosa come 200 milioni di dollari per istituire una task force di migliaia di istruttori, nelle scuole e nelle biblioteche, con l’obiettivo di addestrare genitori e studenti a un uso dei nuovi media produttivo e ponderato. “Superare il digital divide”, ha dichiarato il presidente della FCC Julius Genachowski, “significa fornire a genitori e studenti gli strumenti e il know-how per usare la tecnologia a fini educativi e di formazione”.

L’articolo intero (Wasting Time Is New Divide in Digital Era) è disponibile qui.

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