Giornalismo e ipertelevisione (3)

La televisione non è moribonda, come afferma Federico Rampini (la Repubblica, 8 febbraio 2012). La televisione sta cambiando, attraverso l’integrazione di soluzioni tecnologiche, linguaggi e modelli di business che stanno progressivamente modificando quelli della neotelevisione. Talvolta assistiamo a un processo di sostituzione, mentre in altri casi si tratta piuttosto di assimilazione, rimediazione e remix.Recentemente Franco Ricci, direttore generale Operazioni e Business Pay di Mediaset, ha dichiarato: “Il futuro della televisione è on demand e passa da Internet, ecco perché stiamo lavorando spediti per portare la nostra programmazione  sul Web e su tutti i device connessi alla Rete.” Colpisce non il contenuto in sé della dichiarazione, quanto il fatto che esca dalla bocca di un manager storico di Cologno Monzese. Secondo me è il segno di una consapevolezza nuova, da parte di chi ha mantenuto fin qui un atteggiamento di conservazione nei confronti dell’evoluzione dello modalità di consumo della TV.

Di seguito riporto i materiali della lezione svolta oggi nell’ambito del corso Giornalismo e ipertelevisione, che tengo all’Università di Pavia.

Oggi abbiamo parlato in particolare delle opportunità offerte dal passaggio alle tecnologie digitali e del modo in cui il digitale stesso evolverà, proprio per effetto della sua progressiva integrazione con Internet. Il benchmark internazionale mi sembra BBC, che ha saputo muoversi in anticipo con la sua strategia relativa al servizio di catch-tv multipiattaforma iPlayer. Ogni settimana 8 milioni di persone (il 21% degli utenti di Internet in UK) guardano la BBC su iPlayer. Nel 2011 il servizio ha coperto quasi due miliardi di richieste di contenuti.

Oggi l’attenzione di BBC sembra concentrarsi su due ambiti, in cui si registrano i tassi di crescita più significativi: l’esperienza in mobilità e le connected TV.

Da dicembre iPlayer offre il live streaming in standard 3G su tutte le reti telefoniche UK, sia per gli utenti di iPhone/iPad, sia per coloro che utilizzano un dispositivo con sistema operativo Android. Le applicazioni per iOS e per Android sono già state scaricate rispettivamente da 1,5 e 1,3 milioni di utenti. L’offerta iPlayer per smartphone e tablet non indirizza solo il mercato domestico. Le apps sono disponibili in 11 paesi, fra cui Francia, Germania, Italia e Spagna. Solo nel mese di dicembre iPlayer ha gestito 10 milioni di richieste di programmi per tablet e 13 milioni per smartphone.

BBC iPlayer App

Per quanto riguarda le cosiddette connected tv, che in UK hanno conosciuto un autentico boom da un anno a questa parte, già oggi l’applicazione BBC News è disponibile per le versioni Samsung, Panasonic e Sony. Il broadcaster britannico prevede che, entro il 2015, il 50% del consumo di iPlayer avverrà su connected TV.

 

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