Lo strano Web di Silvio

Il 12 giugno scorso l’apertura del TG5 era per una grande notizia. No, non i dettagli della manovra economica di Giulio Tremonti. Né l’ennesimo tentativo della BP di bloccare il flusso di greggio nel Golfo del Messico. E neppure l’evoluzione dell’inchiesta sul sistema Anemone. La notizia del giorno era un’altra: il varo del nuovo sito web di Silvio Berlusconi, descritto come “uno strumento di comunicazione moderno, pensato per consentire ai cittadini di dialogare direttamente con il premier.” Ora, è vero che la copertina del TG5 era fin troppo celebrativa e conteneva quanto meno un’imprecisione, dal momento che il sito web non è così nuovo, essendo online da diversi mesi. Tuttavia proverò a spiegare perché a mio parere la nascita di Forzasilvio.it e del relativo canale “Silvio risponde” segna una svolta importante nella storia del comunicatore Berlusconi.

In passato sì è voluta sottolineare la presunta incapacità del Cavaliere di comprendere logica e linguaggio dei nuovi media, il suo essere inchiodato al modello broadcast della televisione tradizionale. Oggi si evidenzia un interesse inedito di Berlusconi per il web. Interesse testimoniato dal lancio di Forzasilvio.it, ma anche da un presidio più aggressivo dell’audience di Facebook. Colpisce, in particolare, la decisione di affidare a Facebook – prima che ai media tradizionali – alcuni videomessaggi relativi a temi cruciali, come il disegno di legge sulle intercettazioni.

Possiamo dunque parlare di conversione al Web del Cavaliere? Dipende. Se concordiamo sul fatto che le nuove logiche comunicative abilitate dalla Rete derivano dalla capacità di attivare processi emergenti – ossia non governabili dall’alto – di interazione diffusa, l’uso che Berlusconi si predispone a farne sembra andare verso un’altra direzione. La sensazione è che il Presidente del Consiglio cominci a percepire il potenziale di Internet, ma per ragioni opposte a quelle per cui il nuovo medium è santificato dagli apologeti del Web 2.0. Berlusconi sembra cercare in Internet un canale di comunicazione verticale e a senso unico: da lui al “suo” popolo, senza alcuna interferenza. Un canale che eluda qualsiasi mediazione culturale, comprese quelle imposte da altri mezzi di sua proprietà. In questo scenario il Web rischia di dimostrarsi più utile del Giornale di Vittorio Feltri e diventa una versione aggiornata di quelle videocassette che segnarono i giorni gloriosi della discesa in campo. Peraltro va detto che fin qui Forzasilvio.it non ha riscosso grande popolarità in Rete. Il sito di Antonio di Pietro, per dire, genera un’audience quattro volte maggiore. Per cui Berlusconi fa bene, per il momento, a tenersi stretti Rete 4 e il settimanale Chi, i quali gli garantiscono accesso al suo pubblico di elezione.

Un confronto tra il sito Forzasilvio.it e la piattaforma online di Barack Obama, Organizing for America (OFA), evidenzia l’attivazione di due modelli di interazione radicalmente diversi. Il presidente degli Stati Uniti ha costruito uno spazio aperto, che si riempie di contenuti e sostanza attraverso la partecipazione responsabile di decine di migliaia di persone: membri del parlamento, militanti, semplici elettori. Certo, Organizing for America è lo strumento di una parte politica e del suo leader. In questo senso il sito non rinuncia a esercitare una funzione propagandistica. Ma è anche qualcosa di più, qualcosa che ci rimanda alla dimensione della sfera pubblica interconnessa teorizzata da Yochai Benkler e altri autori. La veicolazione della voce del leader, viceversa, esaurisce la ragion d’essere del sito di Berlusconi.

La prima differenza è costituita dalle regole di accesso. Nel caso del sito di Obama, tutti i contenuti e i servizi sono disponibili anche per l’utente anonimo. Viceversa Forzasilvio.it impone al visitatore la registrazione. Neppure i contenuti di base sono accessibili senza. Inoltre tale registrazione prevede la sottomissione di una grande quantità di dati personali, quasi tutti obbligatori. Viceversa OFA si accontenta di poche informazioni.
Chi si registra al sito di Obama dispone di una home page personalizzata (My Home), i cui contenuti sono filtrati in funzione dello zip code dell’utente (My Neighborhood). In particolare l’utente ha la possibilità di accedere alle informazioni relative ai gruppi attivi nella propria area (Local groups), entrare in contatto con i militanti che risiedono e operano in tale area (Local people), visualzzare e inserire nella propria agenda gli eventi di interesse locale, nonché di organizzarne di propri (host an event, manage my events). In questo senso OFA è una vera e propria piattaforma di social networking: abilita l’attivismo dei militanti, stimola le iniziative che partono dal basso, mette a disposizione il mezzo prima che il contenuto. Non a caso, l’utente di OFA può personalizzare il proprio profilo (Create Your Profile) e renderlo pubblico, ma soprattutto gestire la propria rete di contatti (my Network), un po’ come accade con Facebook (My Messages, My Fiends, Friend Requests). Gli utenti del sito di Obama hanno fin qui contribuito, attraverso i propri blog personali, con oltre 22 mila pagine di contenuti (commenti, notizie, immagini e video).

In OFA vi è infine l’area Obama Everywhere, che comprende una serie di link a piattaforme esterne di social networking e content sharing, fra cui ovviamente Facebook (oltre 8 milioni di fan), MySpace, YouTube (148 milioni di views), Flickr, Twitter (3,6 milioni di followers) e Linkedin.

Forzasilvio.it è niente di tutto questo. La destinazione online di Berlusconi riproduce, nello spazio del Web, la logica broadcasting mutuata dalla televisione tradizionale e ripropone il rapporto a senso unico fra fonte del messaggio e destinatario. “Silvio risponde”, la sezione del sito che si vorrebbe interattiva, è in realtà un contenitore unilaterale e monotono di messaggi del leader. Gli utenti possono appena sottoporre le proprie domande attraverso un blog, il quale viene aperto periodicamente per poche ore a tale unico scopo. Fra queste domande viene selezionata quella che troverà risposta online. Ancor di più colpisce l’area dei sondaggi, definiti impropriamente focus group. Mentre nel sito di Obama le posizioni maturano attraverso la conversazione, lo scambio dei punti di vista e il confronto fra le chiavi di lettura, qui i sostenitori sono ridotti a campione di indagine, cui spetta il solo compito di rispondere a un questionario.

Quello di Berlusconi è dunque uno strano Web: segno della coazione a ripetere di un comunicatore considerato da molti eccellente, il quale cambia la piattaforma di esposizione (dalla tv tradizionale alla Rete) ma non riesce a cambiare se stesso.

6 thoughts on “Lo strano Web di Silvio

  1. Un’analisi puntuale e molto acuta che non si può non condividere.

    Ciao
    Enrico

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