Ormai i dettagli della nuova iniziativa editoriale di News Corp sono in gran parte noti. The Daily, il quotidiano per iPad fortemente voluto da Rupert Murdoch, vedrà la luce all’inizio del 2011. Sarà venduto in abbonamento, al prezzo di 99 centesimi di dollaro alla settimana. Le future versioni del tablet di Apple potrebbero essere proposte con l’applicazione del Daily già inclusa nella dotazione di base e preinstallata. In ogni caso Murdoch punta su almeno mezzo milione di abbonati entro i primi cinque anni. La redazione del nuovo quotidiano potrà contare su cento giornalisti. Secondo voci di corridoio la poltrona di direttore spetterà a Jesse Angelo, attuale managing editor del New York Post. Del team faranno parte anche Pete Picton, redattore per l’edizione online di Sun, Sasha Frere-Jones, critico musicale del New Yorker, Steve Alperin di ABC News e Richard Johnson, proveniente da Page Six. La caratteristica fondamentale di Daily, a parte il fatto di essere monopiattaforma, sarà l’assenza di collegamenti ipertestuali in uscita o in entrata.
Ora si tratta di capire se l’operazione, per la quale News Corp ha stanziato un budget di 30 milioni di dollari, funzionerà. La cosa può forse stupire, ma quelle che per alcuni osservatori sono le ragioni di un successo annunciato coincidono, secondo altri, con i limiti di Daily. In primo luogo c’è il fatto che si tratterà di un quotidiano, cioè che conterrà – proprio come un giornale tradizionale – notizie confezionate una volta al giorno, le quali non saranno sostituite fino al giorno successivo. Secondo Pascal-Emmanuel Gobry, di Business Insider, questo approccio è vincente perché intercetta il vasto pubblico dei lettori “tranquilli”, cioè di coloro che non hanno l’ansia dell’aggiornamento in tempo reale. Scrive Gobry nel post Here’s Why Rupert Murdoch’s Tablet Newspaper Can Be A Huge Hit:
Most people aren’t news addicts who need the news right this minute. They don’t want much more than a daily intake of reasonably good news. Tapping an app icon on an iPad fulfills that function just as well, possibly better than the web.
I più sono però di parere opposto. Fra questi Mathew Ingram, di Gigaom (si veda: Rupert Murdoch — Still at War With the Internet, del 22 novembre scorso), Sam Diaz, di ZDNet (Murdoch’s iPad newspaper: Nice try, but no chance, dello stesso giorno) e Kit Eaton, di Fast Company (8 Reasons Why Rupert Murdoch’s Digital Daily Is Doomed, And One Big Reason It Could Work, stessa data).
Secondo Eaton il sodalizio con Apple è sbagliato per diverse ragioni. Intanto l’App Store del puritano Steve Jobs faticherà a digerire i contenuti scollacciati tipici dei tabloid popolari di casa Murdoch. Più in generale Apple pone un’ipoteca forte sul prodotto editoriale, imponendo un controllo che non potrà non stare stretto a News Corp. Il che avrà un impatto negativo sulla capacità di monetizzare il Daily (“Why tap on an app that costs you $0.99 per week, when it’s just as easy to click on Safari and browse to an online paper that may offer higher-quality journalism, and stories that update on a minute-by-minute basis?”) Ma neanche l’investitore pubblicitario apprezzerà il modello walled-off, dal momento che tende a preferire le opportunità multipiattaforma e che quindi troverà angusta la soluzione iPad only.
Anche Peter Preston, columnist dell’Observer, esprime dubbi sulla tenuta del business case (si veda: Rupert Murdoch’s Daily iPad venture looks thin in the profits column, del 28 novembre). Proviamo a fare due conti. Se si realizzasse l’ipotesi di 500.000 abbonati, al quinto anno di esercizio il Daily totalizzerebbe dai lettori ricavi per meno di 27 milioni di dollari all’anno. Una struttura con 100 giornalisti costa certamente di più: diciamo intorno ai 50 milioni di dollari all’anno. Quindi bisogna assumere che almeno 30-35 milioni di dollari all’anno provengano dalla raccolta pubblicitaria. Si tratta senza dubbio di una bella sfida.
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