L’educazione di Mara

Mara Carfagna butta lì un’affermazione importante, con l’aria di darla per scontata: “mi dispiace che i media abbiano abdicato alla loro funzione principale che è quella di educare” (Corriere della Sera, 14 ott. 2010). In realtà il ministro Carfagna sa, forse, che la funzione educativa dei media è tutt’altro che scontata. È uno di quei “piccoli” temi di cui si discute da quando i mezzi di comunicazione di massa esistono.

Certo oggi ci domandiamo: c’è relazione fra una certa crescita di cinismo da parte dei media e l’impoverimento della vita civile, che si accompagna a un calo della fiducia sociale, del rispetto reciproco, del mutuo coinvolgimento nelle questioni pubbliche e della partecipazione politica?

Eppure, guardando le cose in una prospettiva liberale, direi che no, i media non devono educare. I media devono essere liberi. Per dire: non vi è mai stato alcunché di educativo nei contenuti di Hustler, la storica rivista considerata oscena da molti americani. Tuttavia nel 1988 la Corte Suprema degli Stati Uniti sancì definitivamente la sua legittimità e quindi il diritto del suo editore, Larry Flynt, di pubblicare tali contenuti. Memorabile la ricostruzione che Milos Forman fornì, nel film The People vs. Larry Flynt (1996), dell’arringa pronunciata dall’avvocato della difesa prima del verdetto finale della giuria:

“I am not trying to suggest that you should like what Larry Flynt does. I don’t like what Larry Flynt does, but what I do like is the fact that I live in a country where you and I can make that decision for ourselves. I like the fact that I live in a country where I can pick up Hustler magazine and read it, or throw it in the garbage can if that’s where I think it belongs.”

L’avvocato di Flynt amava e difendeva una paese pronto a riconoscere tanto la libertà del suo assistito di pubblicare spazzatura, quanto quella dei suoi concittadini di trattarla come tale. A me piacerebbe un paese in cui i media non educano. Non lo fanno perché è un paese abitato da cittadini educati ai media, anziché proni a essi: ovvero equipaggiati con quelle le armi della consapevolezza e dello spirito critico che la scuola dovrebbe fornire loro.

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