WSJ.com sul Decreto Romani

Le norme contenute nel cosiddetto Decreto Romani rappresentano “uno dei tentativi più radicali di rafforzare il controllo sull’uso dei video in Internet da parte di un governo occidentale”. Lo scrivono Stacy Meichtry e Giada Zampano in un articolo apparso ieri su WSJ.com (Italy Plans to Extend TV Rules to Web Videos). Nel servizio si riporta il commento di Stefan Krawczyk, portavoce della European Digital Media Association, secondo il quale è la prima volta che le autorità di un paese europeo cercano di  attribuire ad aziende come Google e Yahoo! la responsabilità per i contenuti generati dai loro utenti. “Questo è molto grave, perché stabilisce un precedente”. Secondo il WSJ le recenti sentenze a sfavore di Google e YouTube collocano l’Italia all’avanguardia in Europa fra i paesi che tendono a considerare i titolari dei siti web comunque responsabili per i contenuti ospitati, anche quando si tratta di service provider utilizzati dagli utenti per la pubblicazione dei propri materiali.

Il decreto legge di cui si discute è stato presentato da Paolo Romani, vice ministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, e approvato il 17 dicembre scorso in via preliminare dal Consiglio dei ministri. L’iter prevede ora il parere non vincolante delle commissioni Cultura e Trasporti della Camera, prima dell’approvazione definitiva. Il varo della norma comporterebbe due importanti conseguente:

  1. sancirebbe l’equiparazione tra qualunque sito Internet che fornisca la possibilità di caricare contenuti audiovisivi e i canali tv tradizionali (quindi si porrebbe l’obbligo della registrazione della testata, della designazione di un direttore responsabile e della rettifica);
  2. assegnerebbe al ministero delle Attività Produttive e quindi al governo stesso la discrezionalità in materia autorizzativa alle trasmissioni in diretta o live streaming su Internet.

Per approfondire sono utili gli articoli di Agoravox (Il governo mette le mani sul web, in nome dell’Europa contro l’Europa) e Prima Comunicazione (Romani va giù duro con Sky e i produttori). Sul decreto Romani vale la pena di leggere anche la recente agenzia AP firmata da Colleen Barry (Berlusconi moves to impose Internet regulation), che riporta le posizioni – contrapposte – di Carlo Carnevale (economista, Università Bocconi) e Marco Pancini (Google Italia).

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