Italo Calvino

L’infinito limitato

Finalmente un contributo critico serio sul rapporto fra Twitter e letteratura. È di Hassan Bogdan Pautàs (@TorinoAnni10), che lo ha presentato all’incontro del 13 maggio scorso su Twitteratura? Intersezioni, rotture e continuità nelle pieghe letterarie di Twitter durante il recente Salone del Libro di Torino. Lo si può leggere nel blog di Hassan Bogdan Pautàs, qui.

L’aura calviniana e, in particolare, il riferimento alle Lezioni Americane mi sembra un buon punto di partenza per comprendere il senso di Twitter, o la sua consistenza. C’è un punto sul quale varrebbe la pena un supplemento di indagine: la dialettica superficialità/profondità. Twitter è superficiale, perché non offre uno spazio sufficiente per argomentare. Twitter è profondo, perché contiene sonde che si inabissano nell’universo dei significati (“ancore multimediali”). La metafora pelagica è davvero pertinente e ci riporta a Calvino e al dramma di Palomar, che cerca di decifrare l’alfabeto delle onde del mare: “Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose […] ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile”. Quello di Palomar è il dramma della consistenza dei significati, che sta nelle pieghe del rapporto fra la superficie instabile del mare, sempre in movimento e mai uguale a se stessa, e le profondità nascoste cui attingere per reperire il vero significato delle cose. Ma non è forse Twitter, questa superficie increspata con lampi di inatteso spessore?

Parafrasando un altro scrittore oulipiano, Kobo Abe, affermiamo che Twitter è “un infinito limitato, un labirinto dove non ci si perde mai”, come la Tokyo ctonia in cui il detective senza nome di Moetsukita chizu (La mappa bruciata, del 1967, disponibile in traduzione inglese) si immerge alla ricerca del signor Nemuro.

Dal film di Hiroshi Teshigahara, Moetsukita Chizu (1968), tratto dal romanzo di Kobo Abe
Foto dal film di Hiroshi Teshigahara, Moetsukita Chizu (1968), tratto dal romanzo di Kobo Abe.

One thought on “L’infinito limitato

  1. Ciao @Paolo,

    hai colto l’aspetto che per me resta più problematico: la forza di Twitter sembra essere proprio in una superficialità che si inabissa davvero solo quando la motivazione a comprendere è alta. Twitter è superficiale o profondo? Quale è la giusta risposta a questa domanda?

    E’ un aspetto che mi fa pensare alla distinzione tra percorso centrale e percorso periferico introdotta da Petty e Cacioppo (http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_percorso_periferico_nella_persuasione): non funziona solo quando si osserva un cartello elettorale, come mi ricorderebbe @rasoiodioccam, ma anche quando si scorrono i tweet a colpi di pollice su uno smartphone.

    Nel frattempo, restano le tue suggestioni letterarie: il dramma di Palomar e l’infinito limitato di Kobo Abe, entrambe inesplorate. Metterò presto mano agli altri appunti calviniani. Nel frattempo, mi piacerebbe vederti su #TweetQueneau, nel nostro modestissimo e divertente oulipo twittorante 😉

    A presto.

    H.

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