Il delitto imperfetto

Riporto qui i materiali della terza lezione del corso Giornalismo e ipertelevisione. Sappiamo che la televisione fabbrica una serie di immagini artificiali, di riproduzioni speculari della realtà. Per Baudrillard la simulazione cancella il mondo, è un simulacro. E la realtà è vittima del delitto perfetto perpetrato dalla televisione. Ma – seguendo Francesco Marinozzi – si potrebbe dire piuttosto che la simulazione ricrea il mondo, ne genera una copia fittizia: la simulazione è un artifizio che permette all’emittente e allo spettatore di comunicare insieme. In questo senso la televisione ha caratteristiche comunicative, ovvero produce significati socialmente condivisi.

Oppure ha ragione il professor O’Blivion, quando ci ricorda che lo schermo televisivo è diventato la retina dei nostri occhi interiori e che quindi siamo diventati ciechi alla realtà esterna:

The television screen has become the retina of the mind’s eye. That’s why I refused to appear on television. Except on television. Of course, O’Blivion was not the name I was born with. That’s my television name. Soon, all of us will have special names; names designed to cause the cathode ray tube to resonate.

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