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Fragore divino

Eppure sarebbe bello se il vuoto scandaloso, rappresentato da un account privo di tweets, si manifestasse anche oltre la fatidica data del 12.12.12. Sarebbe bello se @pontifex si ribellasse alla dittatura della comunicazione e osservasse la regola del silenzio. Estremo scandalo, appunto. Perché i media due punto zero impongono l’inconsistenza e la confusione della parola pseudodemocratica. Essi non tollerano il silenzio. Ma cos’altro è il silenzio, se non l’indicibile e – in definitiva – il sacro, quel sacro di cui il cielo si sta svuotando a furia di farsi uomo, come suggerisce Umberto Galimberti nel suo ultimo libro (Cristianesimo. La religione del cielo vuoto, Feltrinelli, 2012)?

Sarebbe bello, ma forse anticristiano. Perché l’essenza del cristianesimo è la parola, non il silenzio. La parola salvatrice che, nella sua inesorabile dimensione connotativa, media ogni giorno fra il fragore del cielo e la Babele incombente: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Matteo 24, 35) Non a caso, se la mistica orientale è afasica, la poesia dell’estasi occidentale si manifesta con le figure dell’eccesso e della tensione verbale, dall’ossimoro all’accumulazione. E dunque @pontifex alla fine pontificherà, ossia getterà ponti fra la parola che è venuta e quella che verrà.

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