Arte, tecnologia e reti: l’ora del metadesign

Leonardo uomo vitruviano

Scusate se vi parlo di Leonardo. Lo spunto mi è offerto dalla prossima visita, a Milano, del geniale Roger Malina. Malina viene a Milano a spiegarci che arte, scienza e tecnologia non devono essere considerate discipline autonome, ma culture connesse, che condividono gli stessi media. A dirci che dobbiamo riorganizzare noi stessi, se vogliamo creare le condizioni per diventare dei nuovi Leonardo. L’appuntamento è per mercoledì 28 maggio, dalle 17.30 alle 19.30, presso l’Aula Magna Edificio Amaranto Campus Nuova Accademia di Belle Arti Milano, NABA (via Darwin 16).

Leonardo da Vinci, dunque. Ovvero l’umanesimo come ponte fra arte, scienza e tecnologia. Se vivesse oggi, Leonardo sarebbe un reinaissance amateur o un social metadesigner, per rifarsi alla definizione di Gene Youngblood nella sua teorizzazione sui metamedia (Expanded Cinema, 1970: il libro è disponibile online in formato PDF). Youngblood definisce il metadesign come un processo creativo che, nella sua espressione più alta, si riduce a produrre un contesto piuttosto che un contenuto. Più genericamente, potremmo dire che il metadesigner riassume nel suo fare varie professioni (arti, mestieri, tecniche) considerate fino a ora isolatamente: quella dell’artista come creatore, quella dell’artigiano come realizzatore, quella dell’informatico come tecnico, quella del designer tradizionale come progettista. E non più come “avanguardia”, ma come parte della “comunità elettronica”.

La differenza fra designer e metadesigner? è sottolineata da Claudia Giannetti, responsabile del Media Centre d’Art i Disseny di Barcellona (MECAD), uno dei centri europei più attivi nella promozione della conoscenza dei media elettronici: “il metadesigner – ebbe a osservare Giannetti nel 2004, intervistata da “La Critica” – opera nei più diversi campi, dal museo e dalla galleria fino ai mezzi di comunicazione e alle reti telematiche. Come dire, si produce un’espansione verso aree sociopolitiche, tecnologiche, scientifiche e culturali.”

Leonardo/ISATS, ovvero la Società internazionale per le arti, le scienze e la tecnologia, fondata da Roger Malina, geniale figura che coniuga il suo lavoro di astrofisico a Marsiglia con l’impegno nella ricerca delle connessioni fra la cultura umanistica e le tecnoscienze. “Leonardo”, ovvero la rivista dell’MIT Press che, dal 1968, si occupa di indagare le possibili applicazioni della scienza contemporanea e della tecnologia all’arte e alla musica. Malina che ci parla di “dark universe”, alludendo al fatto che il 97% del contenuto di materia ed energia dell’universo è sconosciuto, nel senso che non è percepibile né direttamente né indirettamente (in forma tecnologicamente mediata) dai nostri sensi. Malina che indica nell’arte un serbatoio di concetti, metafore e visioni utili a descrivere il cosmo e quindi importanti per disegnare la scienza del futuro.

Ecco alcune risorse per approfondire: Yasmin (lista sulle intersezione tra arte, scienza e tecnologia nella regione mediterranea), ctheory.net e Noema (con il relativo blog).

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